Scompenso cardiaco
Diritti del paziente
Scopri di quali diritti e assistenze può godere una persona affetta da patologia cronica e, più nello specifico, da malattia cardiovascolare come nel caso dello scompenso cardiaco.
Ho diritto all’invalidità civile? Come devo fare la richiesta?
Chi ha subìto un problema cardiaco recente ha bisogno di tutele particolari. Lo Stato garantisce alcuni privilegi destinati a compensare lo svantaggio, dovuto a malattia, che riduce in certa misura la normale abilità per le attività personali e lavorative1.
Per richiedere l’invalidità civile conviene affidarsi a un CAF che si occupa – a titolo gratuito o con piccolo contributo – di avviare la pratica. Occorre anche un certificato speciale compilato dal proprio medico di famiglia, il quale riassume i dati clinici essenziali e inoltra il certificato per via telematica all’Inps.
Il paziente riceverà quindi un invito a presentarsi di fronte alla commissione medica della propria Azienda Territoriale Sanitaria (ATS, prima chiamata ASL). Qui porterà la documentazione clinica comprensiva di: lettera di dimissione, esami diagnostici come elettrocardiogramma ed ecografia, referti di visite specialistiche cardiologiche.
La commissione giudicherà il suo grado di invalidità civile, che gli verrà successivamente comunicato con una raccomandata.
Invalidità civile: quale mi spetta?
L’invalidità civile viene riconosciuta – indipendentemente dall’età e dalla posizione lavorativa – abbia subìto una malattia che riduce la sua normale capacità per gli atti quotidiani: camminare, lavarsi, fare la spesa, guidare, dedicarsi al proprio tempo libero e lavorare.
Questa invalidità viene espressa con un punteggio che rappresenta il grado di invalidità: un punteggio del 50% indica che tali capacità sono dimezzate, pur con un criterio approssimativo.
Nel caso dello scompenso cardiaco, il calcolo di questo punteggio dipende dalla gravità della malattia e soprattutto dalle residue condizioni. Molte persone con scompenso cardiaco, infatti, mantengono una buona qualità di vita: in questi casi il punteggio sarà basso pur considerando che il soggetto dovrà comunque limitare alcune attività. Se le condizioni sono peggiori (identificate secondo i quattro gradi della classificazione NYHA2, New York Heart Association) il punteggio può, invece, variare tra il 50 e il 100%. A titolo di esempio, il 100% viene assegnato alle persone con insufficienza cardiaca molto grave (classe quarta NYHA: incapacità di effettuare anche piccoli sforzi, sintomi di sofferenza di cuore a riposo).
Quando il giudizio di invalidità civile prevede anche benefici economici?
Esistono diverse possibilità di beneficio economico in funzione della percentuale di invalidità riconosciuta e nel rispetto del limite di reddito imposto per legge3,4.
Con una percentuale di invalidità inferiore al 33% non si ha alcun riconoscimento, i diversi benefici sono infatti ottenibili a partire dal 33% di invalidità.
PERCENTUALE DI INVALIDITÀ E BENEFICI OTTENIBILI
Dal 33% al 73%: assistenza sanitaria e agevolazioni fiscali
Dal 66%: esenzione ticket sanitario
Dal 74% al 100%: prestazioni economiche
Se la percentuale di invalidità è almeno del 66%, il cittadino ha diritto all’esenzione dal pagamento dei ticket per i farmaci, gli esami diagnostici e strumentali, le visite mediche. In pratica, pur non ricevendo soldi, ne risparmia sicuramente.
Agli invalidi parziali, con una percentuale di invalidità pari almeno al 74% e fino al 99%, viene concesso anche un assegno mensile (di circa 280 euro secondo quanto stabilito dalla circolare INPS relativa del 2021), purché il loro reddito personale non superi la quota stabilita per legge.
Solo per l’invalidità civile del 100% l’INPS riconosce una pensione di inabilità e, se è stata accertata l’impossibilità di deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore oppure l’incapacità di compiere le attività quotidiane, viene riconosciuta anche una indennità di accompagnamento.
Nei casi particolarmente gravi, quando la persona è impossibilitata alle normali autonomie per la vita quotidiana e ha bisogno di un’assistenza continuativa, è prevista un’indennità supplementare detta “di accompagnamento”, che è indipendente dal reddito.
Dopo il compimento del 65° anno di età, l’assegno mensile o la pensione di invalidità vengono trasformati in assegno sociale a carico dell’INPS.
Che cos’è la legge 104 e a che cosa mi serve?
La ragione principale per cui viene richiesta la concessione dei benefici della legge 104 in situazione di disabilità grave (art. 3 comma 3 della legge 104/92) riguarda la possibilità di utilizzare permessi lavorativi retribuiti: sono tre giorni al mese, anche frazionabili in ore durante tutto il mese stesso. Possono essere utilizzati dal malato o da un suo familiare. Il lavoratore, ottenuto il verbale dall’INPS, deve consegnare al suo datore di lavoro la copia con la diagnosi criptata (omissis). Attenzione: come già precisato prima, questo beneficio spetta alle situazioni di gravità (comma 3 della legge 104), che fanno riferimento a condizioni di speciale necessità assistenziale continuativa5.
Ci sono altri vantaggi pratici dalla legge 104?
Un’importante agevolazione per i beneficiari della legge 104 (nella sua condizione di gravità: comma 3) è l’IVA ridotta al 4% sull’acquisto di una nuova autovettura. Non solo: è prevista anche l’esenzione dal bollo auto e dall’imposta di trascrizione sui passaggi di proprietà6.
L’IVA al 4% si applica anche per l’acquisto di strumenti utili a facilitare l’autosufficienza, come montascale, protesi di vario tipo, poltrone e letti automatizzati, strumenti elettrici pertinenti.
Inoltre, l’intero importo delle spese mediche generiche e quelle di assistenza specifica (per es. di tipo infermieristico o riabilitativo) può essere interamente dedotto dal reddito.
I benefici dell’invalidità civile e della legge 104 sono definitivi?
In genere, la commissione medico-legale che giudica su queste disposizioni indica una data di revisione, che può essere variabilmente dopo uno, due, tre o più anni. Il tempo di revisione è in funzione della prevedibile evoluzione della malattia. Per esempio, nello scompenso cardiaco, pur essendo una patologia grave, i sintomi e la funzione del cuore possono migliorare con un’adeguata terapia, riflettendosi anche in una migliore qualità di vita e nella ripresa di alcune attività.
Se, nella successiva visita di revisione, le adeguate condizioni di salute hanno ottenuto un significativo ripristino, i giudizi di invalidità e di titolarità alla legge 104 possono essere ridotti o del tutto revocati.
C’è qualche tutela nelle mansioni lavorative?
Rientrato al lavoro dopo una diagnosi di malattia cardiovascolare, il cittadino può avere bisogno di attenuare intensità e tipo di mansioni. Questo diritto gli è concesso per legge7. Dovrà fare richiesta di essere visitato dal medico competente (specialista in medicina del lavoro) che lo potrà adibire a mansioni compatibili con il proprio stato di salute e con la residua capacità lavorativa, compatibilmente con l’organizzazione dell’impresa.Inoltre, il lavoratore cardiopatico ha anche diritto a chiedere la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale, conservandosi la facoltà di riprendere il tempo pieno una volta riacquisita una adeguata capacità di lavoro.
Che cos’è il collocamento mirato come categoria protetta?
Chi ha avuto un problema di salute che ne riduce la capacità lavorativa – come, per esempio, a seguito della diagnosi di scompenso cardiaco o per l’impianto di un pacemaker – può avere il riconoscimento di lavoratore in “categoria protetta”, ai sensi della legge 688.
Se non occupati, questo riconoscimento consente di essere inseriti in un elenco privilegiato di disoccupati in cerca di lavoro. Infatti, le aziende pubbliche e private sono tenute a impiegare un percentuale fissa di lavoratori disabili; in cambio godono di alcune agevolazioni sugli oneri previdenziali. Questa percentuale è importante perché impedisce il licenziamento del lavoratore protetto se ciò causa lo sbilanciamento di questo rapporto.
Se già occupati, si può richiedere al datore di lavoro di essere adibiti a una mansione compatibile con il proprio stato di salute.
Questo riconoscimento viene concesso dalla commissione medico-legale che deve accertare una invalidità civile superiore al 45%, nonché altri requisiti per il collocamento mirato.
Posso avere diritto al contrassegno auto per circolazione e sosta?
Il pass auto viene riservato agli invalidi con “capacità di deambulazione impedita, o sensibilmente ridotta9”, in conseguenza di un infortunio o di una malattia. Può essere rilasciato temporaneamente o definitivamente. Va precisato che si deve trattare di un impedimento concreto e determinante, e non soltanto una difficoltà o una precoce stancabilità di cammino (in questo caso ne beneficerebbero milioni di persone).
Nel caso di un cardiopatico, quindi, il pass auto viene riservato alle condizioni di particolare gravità, quando la persona può camminare autonomamente soltanto per brevi distanze in assenza di affanno.
Il contrassegno consente di parcheggiare l’auto negli appositi spazi per disabili. Attenzione: la sosta sulle strisce blu, anche esibendo il pass, è a pagamento (o meglio: i Comuni posso pretendere il pagamento).
In caso di assenza per malattia posso ricevere visite fiscali?
Le visite mediche di controllo domiciliare dei lavoratori possono essere disposte liberamente dall’INPS o anche dal datore di lavoro. L’INPS manda i propri medici fiscali per visite a campione, oppure nel caso di assenze ripetute e prolungate o di diagnosi dubbia. I lavoratori in malattia sono tenuti a rimanere in casa in alcuni orari: 9-13 e 15-18 per i lavoratori pubblici; 10-12 e 17-19 per quelli privati. Nei rimanenti orari il medico fiscale non può venire10.
Attenzione perché la visita fiscale può essere disposta ripetutamente, anche più volte a settimana.
Il lavoratore può assentarsi per valido motivo: per esempio per visite o prestazioni sanitarie programmate oppure per urgenze sanitarie (non sono tali le visite dal medico di famiglia per prescrizione di farmaci, né gli accessi in farmacia).
Se il lavoratore non viene trovato in casa e non può validamente giustificare l’assenza, riceverà una decurtazione dello stipendio per i giorni di malattia ingiustificati.
È esentato dalla visita medica di controllo domiciliare il lavoratore invalido per almeno il 67%, purché la malattia sia dovuta alla causa di invalidità. Per esempio, un cardiopatico che rimane a casa malato per “stato d’ansia” può essere soggetto a visita fiscale.
Mi può essere sospesa la patente a motivo della mia malattia?
Quando la persona si sottopone a visita per invalidità civile, la commissione medico-legale valuta se ci sono gli estremi per segnalare alla Motorizzazione la necessità di sottoporre il cittadino a una revisione straordinaria della patente. La commissione segnala questa necessità senza rivelare nulla dei dati sanitari, tantomeno la diagnosi.
La persona verrà quindi chiamata da una speciale commissione patenti nella propria Azienda Territoriale Sanitaria (ATS, prima chiamata ASL), che sottoporrà a visita il cittadino11.
Nel caso di patologie cardiovascolari gravi “la patente di guida non deve essere né rilasciata né rinnovata12”. Tuttavia, nella maggior parte delle condizioni il paziente cardiopatico può conservare il diritto al rinnovo della patente, mentre può essere più restrittivo il giudizio in caso di abilitazione alla guida di mezzi pesanti.
Nel caso di un abituale rinnovo periodico della patente, la persona è obbligata a citare sempre nel certificato anamnestico, che riporta i precedenti patologici, tutte le malattie e gli interventi chirurgici rilevanti.
Posso chiedere il riconoscimento di malattia di cuore come causa di servizio?
Per il personale appartenente al comparto sicurezza e difesa (per es. forze di polizia e forze armate), vigili del fuoco e soccorso pubblico, è previsto il riconoscimento della causa di servizio, ossia di infermità o lesioni fisiche contratte a causa del servizio prestato13,14.
Si ammette pertanto che alcuni di questi lavoratori, esposti e ripetute circostanze intensamente stressanti (si pensi a certe forze di polizia impegnate quotidianamente in contesti malavitosi o delinquenziali), possano avere sviluppato una malattia di cuore che, in un diverso lavoro, non si sarebbero verificate.
A seconda del tipo e della gravità della cardiopatia, questi lavoratori possono avere diritto a un “equo indennizzo” o anche a una pensione privilegiata.
Per quanto riguarda le altre categorie di lavoro, l’INAIL tutela gli infortuni e le malattie professionali. Non è escluso che alcuni mestieri possano sollecitare intensamente e ripetutamente il sistema cardiovascolare, per esempio con ripetuti sbalzi climatici, fatiche fisiche e psichiche in turni ripetuti. Si tratta però di casi rari e molto difficili da dimostrare da parte del lavoratore.
Nel periodo di attuale emergenza Covid, come devo comportarmi per le visite di controllo già programmate?
I programmi di visita e follow-up di molti malati sono stati modificati per ragioni precauzionali. Il Ministro della Salute ha, infatti, disposto linee guida di indirizzo per limitare i rischi di contagio rispettando le esigenze di cura e assistenza di pazienti cronici che necessitano di cure regolari.
In particolare, queste linee guida prevedono di differenziare le visite programmate di follow-up tra procrastinabili e non procrastinabili15.
Prestazioni specialistiche non procrastinabili: possono essere urgenti (da eseguire nel più breve tempo possibile e, comunque, entro 72 ore) o brevi (da eseguire entro 10 giorni).
Prestazioni specialistiche procrastinabili: possono essere differibili (da eseguire entro 30 giorni per le visite o 60 giorni per gli accertamenti diagnostici) o programmate (da eseguire entro 90/120 giorni).
Chi soffre di una malattia di cuore o ha avuto un recente problema cardiaco deve affidarsi – anche per via telefonica o telematica – allo specialista cardiologo, il quale valuterà il livello di gravità e le specifiche necessità cliniche del paziente.
Dove possibile, il paziente verrà curato a distanza con un preciso programma terapeutico. Negli altri casi sarà necessario l’accesso in ospedale o in un centro diagnostico per gli esami del sangue o strumentali (per es. elettrocardiogramma, ecografia).
Bibliografia
1. Legge sull’invalidità civile n. 118 del 30 marzo 1971
2. Criteria Committee, New York Heart Association, Inc. Diseases of the Heart and Blood Vessels. Nomenclature and Criteria for diagnosis, 6th edition Boston, Little, Brown and Co. 1964, p 114.
3. Circolare 18 dicembre 2020, n. 148 (allegato 2)
4. INPS. Come chiedere un sostegno economico per invalidità civile. Disponibile da https://www.inps.it/[…] Ultimo accesso 06/07/2021.
5. Legge 5 febbraio 1992, n. 104: “Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”.
6. Circolare del 15/07/1998 n. 186 – Min. Finanze – Dip. Entrate Aff. Giuridici Serv. V.
7. Legge 12 marzo 1999, n. 68 “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”.
8. Legge 12 marzo 1999, n. 68 “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 68 del 23 marzo 1999.
9. art. 381 del DPR 16 dicembre 1992 n. 495 (modificato successivamente dal Decreto del Presidente delle Repubblica 30 luglio 2012, n. 151).
10. INPS. Visite fiscali e malattia. Disponibile dal sito https://www.inps.it/[…] Ultimo accesso 06/07/2021.
11. Art. 119 Nuovo codice della strada: Requisiti fisici e psichici per il conseguimento della patente di guida. Comma 4.
12. Decreto Ministero dei Trasporti, 26/01/2018 – Modifiche ai requisiti di idoneità psicofisica – Recepimento della direttiva (UE) 2016/1106 con cui sono state apportate modifiche in materia di requisiti di idoneità psicofisica per il conseguimento e la conferma di validità della patente di guida.
13. DPR n°461, 29 ottobre 2001: “Regolamento recante semplificazione dei procedimenti per il riconoscimento della dipendenza delle infermità da causa di servizio, per la concessione della pensione privilegiata ordinaria e dell’equo indennizzo, nonché per il funzionamento e la composizione del comitato per le pensioni privilegiate ordinarie”.
14. Art. 6, legge n. 214/11. Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, recante disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici.
15. Linee di indirizzo per la rimodulazione dell’attività programmata differibile corso di emergenza da Covid-19. Ministero della Salute, comunicato n. 0007422, 16/03/2020.